Gloria Marchini
TAKASHI SHUJI
(1974 | JAPAN)
Takashi Shuji was born in 1974 in Hyogo Prefecture, Japan. He currently lives with his family in the town of Nishinomiya. After finishing his education in a specialist school (he has Down’s Syndrome), at the age of eighteen, he attended the Suzukake Institution, an establishment providing work for the mentally handicapped in Kôbé. Every month he goes to the art workshop connected to this institution.
Takashi produces drawings in pastels, taking inspiration from the various objects placed on his work table: vessels, fire extinguishers, pitchers, plastic water droppers, balls of wool and small brushes. Bent over his support, a few centimeters away from the sheet of paper, his face gradually becomes covered with black pastel powder, the colour that predominates in his compositions.
Shuji always looks at his subject attentively but never seeks to copy it faithfully. This is why, when he reaches the edge of a sheet, the shape in progress ends, even if it is incomplete. In drawing, he uses a rubber, a tool contrary to the Japanese graphic tradition in which rethinking does not exist, any more than correction or preliminary sketching. But he uses it not to rub out or correct a mistake but to “outline” with precision the subject that he has drawn beforehand in the form of a black mass.
Takashi Shuji works on his drawings as a ceramic modeler. He begins with a black mass to which he gives its final form by erasing with an eraser or by adding pastel. He does not try to copy the object in front of him in the studio, but rather to capture the “essence” or the feeling that it inspires.
TAKASHI SHUJI
(1974 | GIAPPONE)
Takashi Shuji è nato nel 1974 nella prefettura di Hyogo, Giappone. Attualmente vive con la sua famiglia nella città di Nishinomiya. Dopo aver terminato gli studi in una scuola specializzata (è affetto da sindrome di Down), all’età di diciotto anni, frequenta la Suzukake Institution, uno stabilimento di Kôbé che dà lavoro a persone disabili. Ogni mese si reca al laboratorio d’arte collegato a questa istituzione.
Takashi produce disegni a pastelli, prendendo ispirazione dai vari oggetti posti sul suo tavolo da lavoro: vasi, estintori, brocche, contagocce di plastica, gomitoli di lana e piccoli pennelli. Chino sul suo tavolo, a pochi centimetri di distanza dal foglio di carta, il suo viso a poco a poco si colora di polvere di pastello nero,la tinta predominante nelle sue composizioni.
Shuji guarda sempre al suo soggetto con attenzione, ma non cerca mai di copiarlo fedelmente. Per questo motivo, quando raggiunge il bordo di un foglio, la forma viene tagliata, restando incompleta. Nel disegno, usa una gomma, strumento non utilizzato dalla tradizione grafica giapponese in cui non esiste ripensamento. Lui non la adopera per cancellare o correggere un errore, ma per “contornare” con precisione il soggetto che ha ritratto.
Takashi Shuji lavora sui suoi disegni come un modellatore di ceramiche. Incomincia a creare una massa nera a cui dà la sua forma finale cancellando con una gomma o con l’aggiunta di pastello. Egli non cerca di copiare l’oggetto di fronte a lui in studio, ma piuttosto di catturare “l’essenza”, la sensazione.
