JANKO DOMSIC

JANKO DOMSIC
(1915-1983 | CROATIA)

We know almost nothing of Janko Domsic’s life or the circumstances of his arrival in France. He probably spent some time in prison. He might have lived in Toul, in Meurthe-et-Moselle, and in 1935 worked on the construction of a railroad in Pont-sur-Yvonne. Janko Domsic probably received elementary education. When in Paris, he lived in misery in a sordid building. He was in conflict with the Social Security system about his old age pension and with others who would have robbed him of his writings.
Domsic draws and writes with colour pencils, ballpoint pens and felt-tip pens. His drawings teem with writings in French, but sometimes also in Croatian and German. With the exception of some information from his personal life, Nazi songs and religious writings, most of his vocabulary refers to mystic ideas, to the moral code of freemasons as well as to economy. The pentagram, swastika and hyphens embellish the drawings as well as are part of the figures stretched to extreme. The lines are joined together and form a labyrinth with no way out.
Several of his texts read: “All rights of reproduction reserved…” (The spelling varies with each text). His writings follow a perpendicular or a circular movement in regard to his drawings. Most words used are adjectives, adverbs and interjections (Ha ha, Tralala, Hop la, Aleluya). He speaks about himself in the third person. A certain number of words in capital letters are underlined by arrows and also used as abbreviations. The word JESUS means “Janko-Espion-Soviétique-Ustacha-Souperstar” or “Janko-Ecrit-Savant-Universel-Souperstar”.
He died in 1983, taking with him the secrets of his art. His work is in major collections of art brut in the world.

JANKO DOMSIC
(1915-1983 | CROAZIA)

Non sappiamo quasi nulla della vita di Janko Domsic o delle circostanze del suo arrivo in Francia. Probabilmente ha trascorso un periodo in prigione. Ha forse vissuto a Toul, Meurthe-et-Moselle, e nel 1935 avrebbe lavorato alla costruzione di una ferrovia a Pont-sur-Yvonne. Janko Domsic ha probabilmente ricevuto un’istruzione elementare. Il periodo di Parigi fu caratterizzato da molta miseria: era in conflitto con i sistemi sociali di sicurezza sulla sua pensione e con coloro che avrebbero voluto rubare i suoi scritti.
Domsic disegnava e scriveva con matite colorate, penne a sfera e pennarelli. I suoi disegni pullulavano di scritte in francese, ma talvolta comparivano parole in croato e tedesco. Fatta eccezione per alcune informazioni sulla sua vita personale, canti nazisti e scritti religiosi, la maggior parte del suo vocabolario si riferisce a idee mistiche, al codice morale della massoneria, all’economia. Il pentagramma, la svastica, i trattini impreziosiscono i disegni così come le figure collocate alle estremità. Le linee si uniscono tra loro per formare un labirinto senza via d’uscita. 
Molti dei suoi testi presentano la scritta: “Tutti i diritti di riproduzione riservati…” (varia l’ortografia per ciascun testo). I suoi scritti seguono linee perpendicolari o circolari. La maggior parte delle parole utilizzate sono aggettivi, avverbi, interiezioni (Ah ah, Tralala, Ia Hop, Aleluya). Parla di sé in terza persona. Un certo numero di parole viene puntualmente evidenziato da frecce o utilizzato come sigla: la parola di Gesù, per esempio, significa “ Janko-Espion-Soviétique-Ustacha-Souperstar” o “Janko-Ecrit-Savant-Universel-Souperstar”.
Morì nel 1983 portando con sé i segreti della sua arte. Il suo lavoro si trova ora nelle principali collezioni d’art brut del mondo.

© Collection ABCD, Montreuil
© Collection ABCD, Montreuil
© Collection ABCD, Montreuil